In attuazione del Protocollo di Intesa sottoscritto lo scorso dicembre dall’associazione Le fracchie di San Marco in Lamis e dalla Pro Loco di Fara Filiorum Petri, si è svolto mercoledì 16 gennaio ca il primo scambio culturale tra le due realtà legate ai riti del fuoco sacro. Un nutrito gruppo sammarchese composto da circa 80 alunni delle classi quinte dell’Istituto Balilla, accompagnati dal Dirigente scolastico Prof. Tosco, dalle insegnanti e da alcuni di genitori, dalla delegazione dell’Associazione Le Fracchie e dalla Consigliera Meriligia Nardella, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, si è recato a Fara F. P. in occasione della festa di S. Antonio Abate, festeggiato e venerato per il miracolo che compì nel 1799 quando, secondo la leggenda, impedì all'esercito francese di invadere la città facendo bruciare gli alberi del bosco erigendo così una barriera di fuoco che impedì l’accesso al paese.
Grato per questo miracolo, il popolo di Fara ogni anno ricorda l'evento costruendo le "Farchie", fasci cilindrici di canne legati con rami di salice rosso che vengono portate in processione il pomeriggio dei 16 Gennaio, dalle contrade sino al Largo antistante la chiesa di S.Antonio Abate, per essere innalzate ed incendiate creando un effetto scenografico di forte impatto emotivo.
All'arrivo nella cittadina abruzzese, si è percepito subito il grande calore e lo spirito di accoglienza che contraddistinguono questa comunità. Guidati dalla presidente della Proloco, Prof.ssa Gemma De Ritis, gli alunni e tutto il seguito sono stati accompagnati nella scuola del paese dove sono stati accolti da scrosci di applausi e striscioni di benvenuto. A seguire un momento culturale in cui gli alunni di Fara hanno presentato la loro tradizione, le tecniche di lavorazione delle Farchie e i momenti salienti della festa. A questo punto trovare affinità e somiglianze con la nostra tradizione, a partire dal termine "Fracchia/Farchia" è stato inevitabile, utile e divertente. Dopo il pranzo conclusosi con la donazione del "pane benedetto di S. Antonio", tutti pronti per seguire i momenti più significativi della festa dalla partecipazione all' antichissimo "canto delle litanie" da parte del popolo accompagnato dalla banda musicale, allo "scoppio", spari di artificio che danno carica ai tanti farchiaioli che devono sollevare e trasportare fino alla piazza principale la Farchia del proprio quartiere. Questo sicuramente è stato uno dei momenti più emozionanti nel quale anche noi "ospiti" siamo stati travolti dall' entusiasmo e dallo spirito di appartenenza che traspare vistosamente in tutti i numerosissimi partecipanti.
Quando infine in piazza tutte le farchie, diciassette come il giorno di Sant’Antonio, sono state con fatica issate, si procede all’accensione durante la quale spicca la maestria e l'esperienza consolidata dei farchiaioli garantendo un momento spettacolare da godere in piena sicurezza. Dopo il saluto del sindaco di Fara, D’Onofrio Camillo, e dopo aver goduto del calore delle Farchie e della gioia dello stare insieme, arricchiti di una nuova esperienza ci si appresta per il ritorno a casa.
Da sottolineare anche l’incontro svoltosi nel primo pomeriggio tra la delegazione dell’associazione Le fracchie, l’Assessore alla cultura di Fara, D’Urbano Francesco, la delegazione di Agnone, paese della ‘Ndocciata, i rappresentanti di Gadoni, paese della Sardegna conosciuto per il rito del fuoco delle Fraccheras e alcuni rappresentanti della Torciata di Pitigliano (Grosseto). Un bel momento per conoscersi e confrontarsi, ed infine, confermare l’esigenza comune di iniziare a fare rete tra le varie comunità per meglio promuovere e far conoscere le proprie tradizioni.
Si ringrazia la comunità di Fara Filiorum Petri per questa possibilità di crescita e di confronto che certamente sarà preludio di altri momenti in cui "il fuoco che unisce e accoglie" ci consentirà, insieme ad altre realtà, la conoscenza, la valorizzazione e lo scambio dei patrimoni culturali al fine di offrire ai propri cittadini, alle giovani generazioni in particolare, una fonte di arricchimento della propria cultura e delle proprie tradizioni, nella convinzione che dalla reciproca conoscenza derivi anche il reciproco rispetto e il dialogo , valori umanitari che contribuiscono all'affermazione della pace nel mondo (Unesco).