Il Coronavirus ferma anche le Fracchie
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Per noi sammarchesi di solito questo è il periodo in cui passeggiando per le vie del nostro paese si percepisce nell’aria l’arrivo della primavera, l’odore della legna appena tagliata, il tonfo de suo accatastamento, il rumore delle motoseghe e delle accettate che la modellano, le voci confuse e gli schiamazzi dei giovani che fino a tarda sera si intrattengono in vari quartieri per realizzare qualcosa di unico che da secoli si ripete e si rinnova: la fracchia.
La diffusione del COVID-19, che ormai vede coinvolto l’intero pianeta, ha richiesto eccezionali misure di prevenzione che hanno stravolto le normali abitudini e la vita sociale dei suoi cittadini. Per la nostra sicurezza dobbiamo stare a casa. Ormai si può uscire solo per esigenze lavorative o per motivi di salute e di necessità.
Tra ansie e prevenzione, i calendari di tutti gli eventi sono stati modificati o cancellati, così anche la Prefettura della Casa Pontificia ha comunicato che i riti della settimana Santa si svolgeranno senza la presenza dei fedeli. Quest’anno, forse per la prima volta nella storia, non si svolgerà nella serata del venerdì Santo la processione della Madonna Addolorata accompagnata dalle fracchie accese.
Un atto di devozione di un intero popolo verso la Vergine Addolorata che ora più che mai racchiude nel suo dolore di Mamma quello di tanti figli che muoiono e soffrono per un male invisibile e silente che colpisce e spaventa.
Anche se quest’anno non possiamo bruciare le fracchie per illuminare la via alla nostra Madonna protettrice, non mancheranno iniziative che, anche se in maniera simbolica, rafforzeranno quel senso di appartenenza ad una comunità che in esse si identifica e nella speranza che le loro fiamme ardino per distruggere la paura, per rinnovare la vita e per scaldarci con il loro calore.
Chiudiamo gli occhi, allora, e anche quest’anno “Il fuoco che unisce e accoglie” ci sarà e la sua luce ci aprirà alla speranza e alla certezza che uniti ce la faremo e torneremo ad abbracciarci.